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al testo di Klara Rubino
Duello amichevole in Campo di Fiori
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I ciclami, nei chiostri di marmo. Le ortensie, nelle rosse Certose. Le margherite, nei prati. Le viole, tra le foglie secche lungo i fossi. La malva, nelle pentole dei poveri, alle finestre. Gli oleandri, nei vestiboli dei ricchi. Le rose, dentro gli orti di campagna. I tuberosi, nei giardini dei collegi. Le aquilegie, nei cortili dei castelli antichi. Le ninfèe, come bianche lavandaie, sotto i ponti. Gli edelvai, vicino ai nidi delle aquile. I convolvoli, nelle siepi delle strade. I glicini, sui ruderi. L’edera, come una decorazione verde intorno agli alberi veterani. I gigli, sugli altari e in processione. Le orchidee, simili ad aborti, nei bicchieri. Le azalèe, nelle chiese protestanti. Le camelie, nei vasi di maiolica sulle scale. I narcisi, davanti agli specchi. I garofani rossi, nella bocca delle amanti. I crisantemi, sulle tombe e nelle tavole. I pensè, come maschere curiose alle finestre. I papaveri, nel frumento. I begliuomini dai fiori ascellari simili ad arlecchini, negli orti delle zitelle. Le violacciocche, lungo i viali delle passeggiate. I semprevivi, nelle camere dei malati e davanti ai santi. I gelsomini, alle finestre degli ospedali. I funghi, nei boschi umidi nelle travi marcite e nell’anima mia.
Gian Piero Lucini (Milano, 1867 – Villa di Breglia, Plesio, 1914)
Per chi? -
( Il titolo originale dell'opera, Canzoni amare, venne cambiato da Marinetti, editore dell'opera, in Revolverate, nel 1909.)
Per chi?
Per chi volli raccogliere questo mazzo di fiori selvaggi stringerli in fascio nel gambo spinoso ed acerbo?
Tutti i fiori vi sono di sangue e di lacrime raccolti lungo le siepi delle lunge strade; dentro le forre delle boscaglie impervie; sui muri sgretolati delle capanne lebbrose; lunghesso i margini che lambe e impingua il rivolo inquinato dai veleni. decorso dal sobborgo alla campagna. Tutti i fiori vi son, che, pei giardini urbani e decaduti, tra le muffe e i funghi, s’ammalan da morirne, e gli altri che sboccian sfacciati e sgargianti, penduli al davanzale d’equivoci balconi meretrici: tutti i fiori cresciuti col sangue e colle lacrime ai detriti. Per chi io canto questi fiori plebei e consacrati dal martirio plebeo innominato, in codesto sdegnoso rifiuto di prosodia, per l’odio e per l’amore, per l’angoscia e la gioia, e pel ricordo e la maledizione, per la speranza acuta alla vendicazione? Ed è per voi, acefale ed oscure falangi, uscite da un limbo di nebie e di fiumi, tra il vacillar di fiamme porporine, in sulla sera, da portici tozzi e sospetti di nere officine? ed è per voi, pei quali non sorride il sole, schiavi curvi alla terra, che vi porta, e rinnovate al torneo dell’armata, ma non vi nutre, vostra? ed è per voi, pallide teorie impietosite di giovani, di vecchie e di bambine inquiete tra la fède e i desiderii, tra la tentazione della ricca città e il pudor permaloso della verginità?
Per chi, per chi, questa lirica nuova, che bestemmia, sorride, condanna e sogghigna, accento sonoro e composto dell’anima mia, contro a tutti, ribelle e superbo, in codesto rifiuto imperiale d’astrusa prosodia?…
con grande sgomento, sofferenza e tormento constato che mancano le "Peonie" , caposaldo della mia esistenza, unico vero fine e/o miraggio, speranza e certezza, delusione e amarezza nel constatare che le intemperie (gelo, precipitazioni) o i parassiti ne possono sconvolgere la innegabile bellezza, signorilità, compostezza ed eleganza. Per quanto riguarda i funghi (che la natura ci dona belli e buoni) consiglio una lunga passeggiata attraverso l Appennino, da Bologna a Firenze (il sentiero denominato: la via degli Dei): l anima ne trarrà giovamento !
Rinnovo la gratitudine Franca e quindi ti ho accontentato riguardo linserimento del testo, di solito non lo faccio perché se si leggono le parole difficilmente si riesce a non perdersi neanche un frammento del video!
Salvatore sai che adoro le sincere osservazioni critiche! La traccia è più lunga del solito, ciò mi a procurato qualche imprecisione, però ho lasciato il tutto così perché la perfezione non è un obbiettivo per me, mai,cè più emozione nellimperfezione e poi spesso si cattura maggiormente lattenzione abbassando il tono della voce, finché resta udibile, che non alzandolo ( lho verificato pure con i miei figli ed i bambini in generale!...provare per credere!)
Klara, anche se non ho compreso la portata iniziale della tua rielaborazione, ho gradito questo componimento in sovrimpressione lasciandomi trasportare dal tono della tua voce in un limbo di note ed afflati. Credo però che, per una migliore comprensione del testo, sarebbe meglio che tu mettessi anche la parte scritta. Almeno per me è così, in quanto mi concentro meglio sulle parole. Comunque è molto inebriante il ritmo di queste due poesie, che mi ha fatto perdere il contatto con la realtà. Bel duello davvero tra due autori noti del primo 900. Un esperimento interessante davvero! Ti auguro una buona serata.
Un duello che, definire delizioso, è forse fare un torto alla voce recitante poeticamente agguerrita: splendide poesie emozionanti, commentate da immagini assai suggestive. Lette con grande afflato. Solo nella prima poesia, verso la fine, la voce sembra cedere un po,anche se riesce a tenere lattenzione e la chiarezza. Ma, a parte questo, i miei complimenti sono più che dovuti...
Un duello che, definire delizioso, è forse fare un torto alla voce recitante poeticamente agguerrita: splendide poesie emozionanti, commentate da immagini assai suggestive. Lette con grande afflato. Solo nella prima poesia, verso la fine, la voce sembra cedere un po,anche se riesce a tenere lattenzione e la chiarezza. Ma, a parte questo, i miei complimenti sono più che dovuti...
Grazie Franca mi fa piacere che tu abbia gradito la video poesia, però devo assolutamente chiarire e precisare che si tratta di due poesie di due diversi autori. Lho scritto in sovrimpressione sulle immagini iniziali( immagini degli stessi autori a cui seguono i ritratti degli autori della musica: Yiruma e Ludovico Einaudi ) e lho letto: la prima è di Corrado Govoni, si intitola "Dovè stanno bene I fiori " ; la seconda di Gian Pietro Lucini e si intitola "Per chi"; entrambe pubblicate nel primo decennio del 900. Questo chiarisce anche il titolo: si tratta di un amichevole duello ( un confronto) rispetto lo stesso tema, quello de " i fiori"( in Campo di Fiori). Ho coltivato uno stimolo nato dai commenti al " il destino di Siface " di Ivan Pozzoni qui pubblicata la settimana scorsa. ...Nel titolo sarebbe stato complicato inserire entrambi i nomi degli autori...forse sarà il caso che dalla prossima volta pubblichi queste video poesie di altri autori in altra sessione.
Da questa tua poesia, il cui testo sfugge tra la musica e la bellezza incalzante delle immagini, ho colto fiori selvatici e non sulle sponde del tempo, riandando indietro alla mia infanzia su un ritmo musicale inebriante. Bella e piena di acuta dolcezza. Buona notte